CONVINZIONI

Tutti noi abbiamo un sistema di convinzioni che regola la nostra vita. Il problema è che non abbiamo scelto consapevolmente queste convinzioni. Molte di esse sono infatti inconsce e derivano dall'educazione ricevuta, dal contesto socio-culturale nel quale siamo vissuti, o da altri fattori che prescindono dal nostro personale discernimento. E, anche se non ne siamo consapevoli, queste credenze continuano a condizionare il nostro modo di vivere.

Non dovremmo mai partire dal presupposto di conoscere le nostre convinzioni, perché così non è. Inoltre, se è vero che le circostanze contribuiscono a creare le convinzioni, è anche vero che le convinzioni contribuiscono a creare le circostanze: i nostri modelli di pensiero influenzano fortemente le nostre esperienze.

Il Coaching Integrale® ci permette di cambiare le convinzioni limitanti che ci impediscono di far fiorire noi stessi ed esprimere la nostra unicità.

Se ti interessa approfondire, ho dedicato un intero sito a questo argomento: Convinzioni.it

AUTOIMMAGINE

Noi non sappiamo chi siamo. Abbiamo un’idea di noi limitata e limitante che è perlopiù una sintesi delle opinioni che altri si sono fatti di noi. Abbiamo appiccicato alla nostra identità tutta una serie di etichette, molte delle quali fortemente depotenzianti, che ci confinano in un’immagine di noi angusta alla quale, col passare degli anni, ci rassegniamo passivamente. Ma questa falsa idea di noi non corrisponde minimamente alla nostra vera natura, luminosa e potente oltre ogni immaginazione.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Sono incapace.

Sono un fallito.

Sono stupido.

Sono inferiore.

Sono insignificante.

Sono sbagliato.

Sono un poco di buono.

Sono cattivo.

Sono colpevole.

Sono indegno.

RAPPORTI CON GLI ALTRI

Avere relazioni appaganti è alla base del nostro benessere. Per avere relazioni appaganti dobbiamo avere in primo luogo un buon rapporto con noi stessi, perché la qualità delle nostre relazioni non dipende dagli altri, come potremmo pensare, ma rispecchia la qualità della relazione che abbiamo nei nostri stessi confronti.

Tendiamo a proiettare sugli altri il frutto di pensieri negativi che abbiamo su noi stessi e crediamo che gli altri siano la causa della nostra infelicità, che invece è da ricercarsi dentro di noi.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Non bisogna fidarsi di nessuno.
Nessuno mi rispetta.
Nessuno mi aiuta.
Nessuno si interessa a me.
Sono invisibile agli occhi degli altri.
Le persone mi rifiutano.
Le persone mi escludono.
Le persone sono cattive.
Le persone sono false.
Sono inferiore agli altri.

RELAZIONI

L’errore più comune che commettiamo nelle relazioni con un partner è quello di credere che l’altra persona debba renderci felici: ma nessuno ha questa possibilità, non esiste una persona che ci possa offrire una felicità che noi per primi non siamo mai riusciti a regalarci. Gli aitanti principi azzurri che salvano le fanciulle in difficoltà, così come le principesse perfette, con istinti e comportamenti nobili, esistono solo nelle favole.

Nella realtà nessuno ci salva, solo noi possiamo salvare noi stessi, e le nostre pulsioni non sono sempre così nobili e corrette. Luci ed ombre si alternano dentro di noi e dobbiamo armonizzarle anche con le luci e le ombre dell’altro. Non è affatto detto, dunque, che quando due persone si amano debbano anche andare d’accordo ed essere in sintonia su tutto. Perché a stare in una relazione si impara passo dopo passo. 

 

Convinzioni inconsce frequenti

Sono incapace di amare.
Nessuno mi può amare.
Non sono abbastanza interessante.
Non sono abbastanza attraente.
Sono insignificante.
Ho qualcosa che non va.
Nessun rapporto è duraturo.
Incontro sempre persone sbagliate.
Tutti i partner mi abbandonano.
Tutti i partner mi tradiscono.

AMORE

Siamo pieni di preconcetti sull’amore che non ci aiutano a vivere serenamente i nostri rapporti. E siamo anche pieni di convinzioni contraddittorie. Bramiamo l’amore nella nostra vita ma poi lo temiamo e mettiamo in atto mille strategie, spesso inconsce, per sfuggire ad esso.

Crediamo che l’amore ci renda felici, ma pensiamo anche che sia la maggior fonte di sofferenza. Temiamo di aprirci all’altro, allo stesso tempo, lo desideriamo intensamente. Vorremmo lasciarci andare, ma abbiamo paura che questo ci renda troppo vulnerabili. E nella confusione delle contraddizioni le nostre relazioni ne escono fortemente penalizzate.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Se amo soffro.
Se amo resto deluso.
Se amo vengo tradito.
Se amo vengo abbandonato.
Se amo vengo rifiutato.
Se amo vengo umiliato.
Se amo divento vulnerabile.
Se amo mi annullo.
Se amo perdo la mia libertà.
Sono incapace di amare.

SESSUALITÀ

Il sesso è teatro dei più grandi preconcetti. Crediamo di esserci liberati dai vecchi tabù, eppure ci stupiremmo nel constatare quanto il nostro inconscio sia arcaico in questo.

Spesso a livello inconscio, crediamo che il sesso sia sporco e volgare, qualcosa di cui vergognarci. e non ci autorizziamo a viverlo con gioia. Abbiamo dubbi sulle nostre pulsioni sessuali, sulle nostre fantasie, sulle nostre curiosità, e sospettiamo di avere qualcosa di profondamente sbagliato in noi.

La verità è che il sesso è ancora un grosso tabù e anche le persone che sembrano più libere sono spesso fortemente influenzate dalla visione distorta che per secoli la collettività ha avuto su questo tema. Vivere la sessualità in modo libero e gioioso è un apprendimento. 

 

Convinzioni inconsce frequenti

Il sesso è sporco.
Sono sessualmente inadeguato.
Mi sento goffo nell’intimità.
Il sesso è violenza, prevaricazione.
Il sesso mi annulla.
Il sesso mi fa perdere il controllo.
Mi vergogno del mio corpo.
Mi vergogno di provare piacere.
È sbagliato provare piacere.
Mi vergogno dei miei istinti sessuali.

SUCCESSO

Ognuno di noi dovrebbe sentirsi una persona di successo dentro di sé, mentre, il più delle volte, un sottile senso di fallimento ci abita, nell’attesa di uscire allo scoperto al primo errore, mettendo in dubbio la nostra adeguatezza come esseri umani. Finché c’è dubbio nella nostra mente, finché c’è sfiducia o auto-svalutazione, non ci può essere successo.

Tuttavia è anche vero che una parte di noi lo teme: crediamo che se avessimo successo potremmo diventare delle brutte persone, ciniche, corrotte. Abbiamo paura di non essere all’altezza del successo, di conquistarlo e poi perderlo, per poi cadere ancora più in basso di quando abbiamo iniziato a conquistarlo. Insomma guardiamo il successo con grande sospetto ed è anche per questo motivo che fatichiamo a raggiungerlo.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Il successo non fa per me.
Non sono abbastanza capace per avere successo.
Il successo impegna troppo.
Se ho successo perdo la mia libertà.
Se ho successo la gente mi invidia.
Il successo corrompe.
Se ho successo perdo i miei valori.
Il successo rende infelici.
Se ho successo rinnego le mie origini.
Se ho successo divento una brutta persona.

POTERE

Anche il potere è uno di quei temi che scatena i più pesanti preconcetti. Una parte di noi crede che se avessimo potere diventeremmo degli esseri orribili, in grado di dare sfogo agli istinti peggiori. Il potere ci spaventa, lo accusiamo inconsciamente di tutti i nostri mali, dimenticando che è l’uso che si fa del potere che può essere improprio e non il potere in sé.

Fondamentalmente abbiamo poca fiducia nel nostro equilibrio interiore, per questo tendiamo a fuggire il potere, piuttosto che rischiare si trovarci faccia a faccia con quelli che noi crediamo essere i nostri istinti più profondi e malefici. Non vogliamo prenderci la responsabilità di queste pulsioni e preferiamo non risvegliarle dal loro sonno. Abbiamo paura di quello che potremmo diventare se fossimo persone più libere e di potere. Il desiderio del potere e la paura di ottenerlo vanno di pari passo, con il risultato che ci immobilizziamo.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Il potere rende arroganti.
Il potere rende egoisti.
Il potere rende ingiusti.
Il potere rende disonesti.
Il potere rende insensibili.
Il potere rende privi di scrupoli.
Il potere corrompe.
Il potere fa perdere il controllo.
Sono incapace di gestire il potere.
Se avessi potere ne farei cattivo uso.

DENARO

Nella nostra coscienza collettiva il denaro è 'sporco' ed è alla radice di ogni male. Sempre secondo questo sistema di convinzioni, chi ha denaro è egoista, privo di scrupoli e di principi morali. Anche se noi, personalmente, pensiamo di non avere nulla contro i soldi, spesso il nostro inconscio trattiene queste credenze, cosa che non ci aiuta a raggiungere la libertà finanziaria.

Inoltre, il denaro spesso è fonte di preoccupazioni: se lo abbiamo temiamo di perderlo, se non lo abbiamo temiamo di non riuscire a procurarcelo. Sono poche le persone che riescono ad avere un rapporto sereno col denaro. Non cadiamo quindi nella trappola di credere che possiamo temere solo la povertà e la carenza, perché l’abbondanza e la prosperità incutono un timore ancora maggiore al nostro inconscio.

 

Convinzioni inconsce frequenti

I soldi sono sporchi.
I soldi sono la radice di tutti i mali.
I soldi rendono avidi.
I soldi rendono egoisti.
I soldi rendono arroganti.
I soldi rendono meschini.
Per far soldi bisogna scendere a compromessi.
È giusto avere solo lo stretto necessario.
I soldi allontanano dalla spiritualità.
Non merito di essere ricco.

LAVORO

Spesso consideriamo il lavoro come un dovere sgradevole da svolgere per poterci sostentare. Quando entriamo in questo stato d’animo ci sentiamo vittime impotenti dell’ambiente che ci circonda, e non di rado iniziamo anche a trovarci male con i colleghi e i collaboratori. In realtà il lavoro è per noi una grande fonte di apprendimento e può essere svolto con amore e passione, indipendentemente dal tipo di attività di cui ci occupiamo.

Lavorare con amore e passione non è qualcosa che capita a chi è fortunato, è una scelta. Dobbiamo imparare ad amare quello che facciamo, qualsiasi cosa sia, e se non è quello che vorremmo fare diamoci da fare per trovare qualcosa più rispondente ai nostri interessi, cambiando tutte quelle convinzioni che ci relegano nell’immobilità. Nulla ci impedisce di realizzarci, non la crisi, non l’età, non le nostre capacità: solo le nostre convinzioni.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Ciò che so fare non ha valore.
Mi sento usato nel mio lavoro.
Mi sento sfruttato nel mio lavoro.
Il lavoro è schiavitù.
Il lavoro è una condanna.
Il lavoro ti ruba la vita.
Non ho le capacità per far carriera.
Solo i raccomandati vanno avanti.
È impossibile che trovi un altro lavoro.
Sono troppo vecchio per trovare/cambiare lavoro.

SALUTE

La salute è il risultato del nostro equilibrio interiore, così come la malattia è il risultato di uno squilibrio, di una nostra disarmonia. Spesso tendiamo a liquidare i problemi fisici come fastidiosi contrattempi, senza chiederci perché siano sorti in noi. Facilmente deleghiamo il tema della nostra salute all’esterno, ai medici o ad altri specialisti, assumendo farmaci o altri preparati più del necessario, senza chiederci che cosa ci stia cercando di comunicare il nostro corpo attraverso quel sintomo.

Ci diamo da fare per far sparire il disagio fisico, dedicando poca attenzione all’ascolto profondo. Questo atteggiamento è distruttivo e rende il terreno fertile allo sviluppo di nuove malattie. Imparare ad ascoltare il nostro corpo è la migliore prevenzione, così come la migliore cura.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Sono cagionevole di salute.
Mi ammalo facilmente.
Non ho potere sulla mia salute.
La salute è una questione di fortuna.
A una certa età ci si ammala.
Il mio corpo è fragile.
Non digerisco niente.
Le mie ossa sono fragili.
Se gira l’influenza io la prendo.
Ho sempre qualche problema di salute.

FAMIGLIA

L’idea di una famiglia perfetta ci condiziona fortemente, anche se la famiglia perfetta non esiste. Indipendentemente dai genitori che abbiamo avuto, quasi nessuno di noi ha ricevuto l’amore nella forma in cui l’avrebbe desiderato. Ed abbiamo creduto di non essere degni di quell’amore.

A volte crediamo che la causa dei nostri problemi sia la nostra famiglia d’origine: pensiamo di non essere riusciti a liberare le nostre potenzialità a causa delle limitate capacità educative dei nostri genitori. Altre volte crediamo che sia un fratello o una sorella ad averci sbarrato a strada verso la realizzazione. Eppure ogni singola persona che ha fatto parte del nostro percorso è stata fondamentale per la nostra esperienza, anche quando quest’esperienza è stata molto dolorosa.

Spesso la famiglia è teatro di litigi, conflitti, abusi, violenza fisica o verbale, ma resta comunque un tassello fondamentale del nostro sviluppo interiore.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Mi sento un figlio non amato.
Mi sento un figlio rifiutato.
Mi sento un figlio non voluto.
Non mi sento parte della famiglia.
Sono la pecora nera della famiglia.
Sono la causa della sofferenza dei miei genitori.
I miei genitori sono la causa della mia sofferenza.
È impossibile amare la mia famiglia.
La mia famiglia mi rovina la vita.
Sono nato nella famiglia sbagliata.

VITA

La vita che conduciamo è il risultato delle nostre convinzioni e aspettative. Le condizioni esterne non sono, come tendiamo a credere, la causa delle nostre esperienze, ma ne sono piuttosto l’effetto. Come in uno specchio, vediamo riflesso nella quotidianità ciò che crediamo. Le convinzioni che abbiamo sulla vita hanno quindi un’influenza determinante sulla sua qualità.

Il vecchio concetto che vede la vita ineluttabilmente intrecciata alla sofferenza è spesso ancora dentro di noi e ci influenza. Poiché il modo che abbiamo di concepire la vita è alla base di ogni nostra esperienza, è fondamentale pensare a essa come a un percorso appassionante e ricco di opportunità di crescita. In questo modo potremo assaporare le nostre esperienze nel migliore dei modi.

 

Convinzioni inconsce frequenti

La vita è dura.
La vita è sacrificio.
La vita è sofferenza.
La vita è una lotta.
Vivere è pesante.
La vita è crudele.
La vita è inutile.
La vita non perdona.
Nella vita si è soli.
La vita è pianto.

FELICITÀ

È difficile per noi concepire una felicità duratura. Conosciamo attimi di felicità, brevi periodi, ma non una vita veramente felice. Anche questo deriva da un nostro atteggiamento mentale distorto per il quale non possiamo essere felici se qualcosa non va secondo le nostre aspettative. Inoltre, guardiamo la felicità con sospetto.

Crediamo che la felicità possa presentarci un conto salato. Abbiamo una forma di superstizione per cui temiamo che se saremo felici poi potrà succederci qualcosa di male. Temiamo che qualche tragedia ci aspetti al varco se solo oseremo gioire. Abbiamo paura di vivere qualcosa di bello e poi di poterlo perdere, e per questo preferiamo farne a meno.

 

Convinzioni inconsce frequenti

La felicità si paga cara.
Se sono felice poi mi succede qualcosa di brutto.
Se sono felice attiro l’invidia degli altri.
Sono felice solo se tutto va bene.
Sono felice solo se ho un partner.
Sono felice solo se ho più soldi.
Sono felice solo se ho più salute.
Sono felice solo se le persone a me care stanno bene.
È male essere felici se altri soffrono.
Non merito di essere felice.

 

LUTTO

A volte, quando una persona cara ci lascia, possiamo fare molta fatica a ritrovare la gioia di vivere. Questo dolore che ci portiamo dentro, tuttavia, è dovuto in parte al dolore per la perdita del congiunto, ma in parte ancora maggiore alle convinzioni limitanti che accompagnano questa esperienza di lutto. Spesso infatti crediamo che avremmo dovuto dire o fare scelte differenti, essere più presenti, o addirittura provare sentimenti diversi.

Per alcuni la morte della persona cara è seguita da un fiume di lacrime, ma altri non ne versano neppure una, la modalità con cui ognuno di noi vive il proprio dolore è estremamente personale e sempre diversa. Altre volte ancora è la paura di dimenticare la persona cara che ci impedisce di lasciare andare il dolore, credendo inconsciamente che se smettessimo di soffrire finiremmo col dimenticarla. Tutte queste paure ci indeboliscono e ci impediscono di vivere la morte per ciò che è: un’esperienza iniziatica di trasformazione, sia per chi ci lascia, sia per chi resta.

 

Convinzioni inconsce frequenti

Avrei dovuto agire diversamente.
Avrei dovuto fare di più.
Avrei dovuto dire cose diverse.
Avrei dovuto essere più presente.
Avrei dovuto sentirmi in modo diverso.
Dovrei soffrire di più per la sua morte.
Mi sento in colpa per sentirmi sollevato.
Non potrò mai accettare la sua morte.
Sono arrabbiato per la sua morte.
Mi sento abbandonato, perso.

SPIRITUALITÀ

Anche se crediamo di avere un’idea di Dio ‘positiva’, spesso forme-pensiero del passato continuano ad agire nelle pieghe del nostro inconscio, parlandoci di un Dio che giudica e punisce, che raramente è soddisfatto di noi, che ci aspetta al varco per farci scontare i nostri peccati.

Al cospetto della divinità diventiamo tutti bambini irresponsabili che vanno sgridati per le loro malefatte. L’idea che abbiamo di Dio ci sottrae potere. Ma se siamo emanazione di un Dio perfetto, forse non possiamo essere tanto imperfetti come crediamo. Forse la convinzione di essere sbagliati è solo nella nostra testa, non in quella di Dio. La verità è che il nostro inconscio trattiene moltissime paure sulla divinità, e sono proprio queste che ci impediscono di vivere una spiritualità profonda e serena. 

 

Convinzioni inconsce frequenti

Dio mi giudica.
Dio mi disapprova.
Dio mi condanna.
Dio mi punisce.
Dio è vendicativo.
Dio vuole che io sia migliore.
Dio vuole che io sia perfetto.
Dio si è dimenticato di me.
Dio ha altro da fare di più importante.
Sono indegno dell’amore di Dio.